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La vendemmia vista dai bambini

Martedì  5 novembre la classe quarta ha fatto la sua prima uscita didattica dell’anno scolastico 19/20, organizzata presso una cantina, per imparare il percorso del vino dalla coltura dei grappoli all’imbottigliamento.

La meta prescelta è stata Ortona, presso la cantina Dora Sarchese.

Siamo stati accolti con grande affetto e professionalità dal Sig. Nicola, titolare e gestore dell’azienda di famiglia.

Come prima cosa Nicola ha illustrato ai nostri bambini la sua famosa fontana del vino, una vera e propria fonte, per l’esattezza di Montepulciano! Ha spiegato che è l’unica in Italia e che per la sua realizzazione ha preso ispirazione dalla fontana del vino lungo il cammino di Santiago di Compostela. Da noi in Italia è stata pensata per rifocillare i pellegrini lungo il cammino di San Tommaso.

Nicola è passato poi a spiegare ai bambini che oggi si cerca di non sprecare nulla dalla raccolta dell’uva. Dopo la spremitura infatti ciò che resta, cioè le vinacce, vengono comunque utilizzate: si parla del raspo, della buccia e dei semini. Accade che questo residuo viene destinato alle distillerie, dove si producono grappa e brandy; e dopo la produzione dell’alcool le bucce restanti vengono utilizzate per fare mangimi per animali, mentre con i semini dell’uva si produce dell’olio di semi.

Molto interessante è stata poi la spiegazione sulla struttura della vigna, che può essere a tendone o a filare.

Il vigneto presente nella cantina Dora Sarchese è a forma di stella e piantato ad alberello, come si faceva in antichità. La qualità scelta è il Montepulciano e, una volta l’anno, l’azienda apre le porte a tutti coloro che vogliono provare l’esperienza della vendemmia, cogliendo con proprie mani l’uva per pigiarla successivamente, proprio come si faceva una volta. Sulla “pistarola” (termine dialettale che indica il luogo dove veniva pigiata l’uva) si separano con una rete gli acini dal raspo e si procede alla pigiatura vera e propria. Alla fine esce il mosto che finisce in una tinozza da cui viene poi trasferito nella botte per la fermentazione.

Al giorno d’oggi però chiaramente l’uva viene presa con il trattore e scaricata in grossi contenitori collegati ad una macchina che si chiama raspa-pigiatrice, che serve a togliere il raspo e a pigiare l’uva. Con la pressa poi si ottiene il mosto. Nicola illustra i serbatoi dove finisce il mosto che fermenta e si trasforma in alcool. Durante la fermentazione il mosto si riscalda e per evitare tale fenomeno viene tenuto a temperatura controllata, in modo da ottenere un vino più profumato. L’odore in questa fase è molto forte.

Nicola spiega poi che il colore del montepulciano viene ottenuto grazie alle bucce, notoriamente violacee. Durante la macerazione il mosto viene tenuto, insieme alle bucce, in apposite macchine dove viene mescolato di continuo.

L’ultima fase che i bambini hanno potuto osservare è l’imbottigliamento.

Nicola ha fatto vedere loro come il vino viene versato nelle bottiglie, sigillato con il sughero e come viene apposta l’etichetta. Quando le bottiglie riescono dalla macchina etichettatrice vengono deposte nelle scatole di cartone da un operatore.

Per incuriosire i bambini e attirare la loro attenzione, Nicola permette ad ognuno di loro di seguire la fase dell’etichettamento ponendo con le proprie manine una bottiglia sul nastro trasportatore.

L’ultima tappa è la cantina vera e propria dove le bottiglie vengono lasciate a riposare. Nicola illustra una stanza sotterranea dove ci sono grandi botti di legno in cui il vino rosso viene lasciato a riposare e invecchiare per due anni. Chiaramente questa è una qualità diversa di vino rosso rispetto a quello che viene subito imbottigliato e venduto, il così detto vino nuovo.

Con grande orgoglio infine Nicola parla ai bambini della vigna esterna con le 1000 viti di Montepulciano, da cui vengono ricavate ogni anno solo 100 bottiglie. Il nome di questo vino è NITAE ossia un acronimo ottenuto dalle iniziali dei nomi dei figli della Sig.ra Dora, che appunto da il nome alla cantina. Le bottiglie così ottenute sono state impreziosite con uno swarosky e poste in una confezione a forma di re di scacchi. Ogni confezione è numerata da 1 a 100 e costa 999 euro. Il centesimo restante viene posto alla base di una piccola regina di scacchi che viene data in omaggio insieme alla bottiglia all’acquirente.

Dopo tante spiegazioni i bambini sono stati rifocillati con una merenda d’altri tempi, a base di pane e olio, ferratelle con marmellata d’uva e succo di frutta.

Vista la splendida giornata, prima di fare rientro a Sulmona, i bambini hanno potuto consumare il pranzo in un posto dallo scenario mozzafiato: lo splendido castello aragonese di Ortona, a ridosso del mare.

Il viaggio di rientro è stato una festa con canti e risate dei bambini come sottofondo.

 

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