Carissimi visitatori, quest’oggi sarete i protagonisti di un viaggio lungo migliaia di anni nel quale rivivrete e riscoprirete la bellezza di una storia semplice ma altrettanto significativa per la Cristianità: in un umile luogo, riscaldato dal calore di un bue e di un asinello, venne alla luce un bimbo, il Salvatore del mondo.
Il grande mistero che la Provvidenza di Dio stava realizzando coinvolse anche tre Re sapienti, i quali si misero in cammino dal lontano Oriente: Gaspare di Mesopotamia, Melchiorre di Persia e Baldassarre di Etiopia. Costoro cercavano lo straordinario re che gli astri del cielo avevano loro annunziato.
Il nostro viaggio ha inizio con una giovane donna, Maria di Nazareth, e un uomo saggio, Giuseppe di Davide, i quali si misero in cammino verso Betlemme di Giudea, un villaggio distante quasi 130 chilometri dalla loro città Nazareth, per partecipare al censimento imposto da Cesare Augusto. Il cammino era lungo e faticoso, specie per Maria, per cui volgeva al termine il tempo della gravidanza, ma lo affrontarono entrambi accettando gli inevitabili disagi, perché questa era la volontà del Signore.
Era quasi l’alba, quando Maria e Giuseppe giunsero in prossimità delle mura di Betlemme.
Qui scorsero un gruppo di pastori, gente semplice e umile: alcuni di essi si stavano destando dal sonno, altri invece si stavano già preparando per affrontare una nuova giornata al pascolo.
Arrivati a Betlemme, Giuseppe e Maria scorsero, in un luogo tranquillo, delle donne lavare i panni e tessere abiti. Poco dopo si trovarono subito immersi in un ambiente affollato e caotico, lontano dalla tranquillità di Nazareth, in cui sentiva il forte echeggiare delle grida dei commercianti e il rumore martellante proveniente dalla bottega del fabbro. La folla che riempiva le strade non avrebbe permesso di creare quel clima di serenità e pace di cui Maria aveva certamente bisogno in quei giorni.
Anche la fame si fece sentire e Giuseppe, da sposo attento qual era, si preoccupò di procurare del cibo per ristorare Maria. Delle voci allegre e un buon profumo attirarono la loro attenzione: un forno con pane appena sfornato e un bancone di carne fresca.
Molte carovane erano giunte nella città del grande re Davide. Il mondo intero pareva ruotare intorno a quella città. Ogni angolo risultava affollato: strade, case, locande e osterie erano prese d’assalto. La piazza del mercato era diventata un centro di incontro oltre che di commercio.
Maria e Giuseppe, sentendo che il momento tanto atteso si stava avvicinando, si adoperarono in modo da non farsi cogliere impreparati: così si misero alla ricerca di tutto ciò che potesse servire per accogliere nel migliore dei modi l’avvento del Messia.
Così Maria e Giuseppe con grande trepidazione si avvicinarono a una locanda del paese pensando di trovare un posto accogliente, ma questa possibilità fu loro negata.
Una capanna, una grotta o una stalla: ecco ciò che l’umanità poteva offrire in quella notte. Poco, forse niente. Ma a Dio bastava perché la sua incarnazione non avvenisse nella gloria, ma nell’umiltà, non nel clamore, bensì nel silenzio. La numerosa schiera di angeli illuminava il cammino verso la grotta così tutti potessero accorrervi per adorare il Redentore.
I pastori giunsero in fretta nel luogo che l’angelo aveva loro indicato e là trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia.